Il ladro senza volto by Suellen Regys

Il ladro senza volto by Suellen Regys

autore:Suellen Regys
La lingua: ita
Format: epub
editore: ilmiolibro.it
pubblicato: 2017-06-19T16:00:00+00:00


5. AL DISTRETTO 78

“Sai perché sei qui?”

“Sì, signore.”

Le era stato ordinato di presentarsi nell'ufficio del commissario capo quel pomeriggio stesso, e la cosa non l'aveva sorpresa più di tanto: quando si esplodono colpi di fucile in città allo scopo di abbattere un girfalco – curiosità: era poi venuto fuori che il dannato volatile apparteneva a una razza in via d'estinzione! – può succedere di venire convocati ai piani alti. E non per una promozione.

Doreen fece scorrere lo sguardo sulle tre persone radunate nel grande e pomposo ufficio del commissario: oltre quest'ultimo, un omino dai capelli grigi accomodato dietro una grande scrivania in radica di noce, vi erano suo fratello Kyle, tranquillamente appoggiato all'unica finestra della stanza, e il suo fidato segretario Navar, dritto e compito. Quest'ultimo la fissava con uno sguardo che probabilmente riservava solo allo sterco o alle peritoniti indesiderate.

“Io e Kyle siamo amici da molti anni” continuò il commissario, con voce carezzevole.

Già. E non era un mistero il perché suo fratello fosse lì: stava cercando di risparmiarle una sospensione, o peggio, un licenziamento con disonore. Doreen si morse internamente una guancia, umiliata. “Lui mi ha fatto presente la difficile situazione che hai vissuto negli ultimi mesi.”

“Signore?” balbettò la poliziotta, confusa da quella particolare scelta di parole.

“Beh. Questo fuorilegge. Sei stata esposta alla sua continua tortura psicologica. Ha come… scelto te nel ruolo di sua vittima, giusto?” seguitò a spiegare lui, cercando conferma negli occhi del vicesindaco, il quale si limitò ad annuire. La poliziotta comprese solo in quel momento con quale scusa suo fratello stesse cercando di salvarle il posto di lavoro: esaurimento nervoso.

Oh, no. Le avrebbero triplicato gli appuntamenti obbligatori con la psicologa.

“Vede, signore…” iniziò a dire timidamente, interrompendosi subito dopo: Navar aveva mosso un passo verso di lei. Uno solo. Lo guardò, incerta, e lui le rivolse un sorriso che prometteva morte immediata per squartamento. Non osò continuare. Faceva paura ai morti, quel tizio.

“Scommetto che quei continui biglietti di sfida sono riusciti a procurarti un bel po' di stress” proseguì il commissario, con fare cortese e comprensivo.

Stress? I biglietti di quell'idiota le avevano causato dello stress? No. Trovarsi davanti un leone, casomai. Vedere un tizio diventare un pinguino, magari. I biglietti erano l'ultimo dei suoi problemi.

“Doreen mi ha raccontato di essere stata vittima di telefonate minatorie da parte di questo fuorilegge” s'intromise Kyle, scoccandole un'occhiata complice. Lei non la ricambiò.

Il commissario annuì pensieroso, rammentando quell'ulteriore dettaglio di cui dovevano già aver abbondantemente discusso prima, in assenza della diretta interessata.

“Inoltre” riprese a dire, “determinate… situazioni non hanno contribuito al tuo benessere. Voglio dire, una buffa coincidenza, quella di trovare un pinguino nel giardino di una villa, no? Immagino che la tua mente, già sottoposta a grande tensione, abbia inequivocabilmente ceduto.”

“Non sono pazza, signore.”

“Non sto dicendo questo, agente Dorsen. Ma sei stressata.”

“Tanto stressata” intervenne Kyle, con dolcezza.

“Troppo stressata” concluse freddamente Navar, la cui espressione truce ben indicava cosa pensasse realmente di quello scomodo sassolino magro e malvestito che continuava a incastrarsi tra gli ingranaggi della campagna elettorale del suo datore di lavoro.



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